di Massimo Agneni
A piazza del comune sulla facciata della chiesa di Sant’Angelo in Spatha vi la riproduzione di un marmoreo sarcofago bianco etrusco-romano (l’originale è conservato nel museo civico di Viterbo), il cui epitaffio così recita: l’anno 1138 fu sepolta in questo marmoreo avello la fanciulla Galiana, incomparabile per bellezza e virtù, fiore e onore della patria, alla sua morte tutta la Tuscia parve rattristata e spento ogni gaudio cittadino.
Ma chi era la bella Galiana?
Era una fanciulla viterbese di bellezza insuperabile, la sua pelle era così chiara, delicata e trasparente che quando beveva il vino rosso si vedeva scendere il liquido nella sua gola!!! Fu scelta dal consiglio dei saggi come vergine per essere sacrificata alla cinghialessa bianca. Legata sotto il ponte del paradosso il leone la salvò uccidendo la scrofa bianca. Da allora secondo la leggenda il leone è l’indiscusso simbolo di Viterbo.
Fu trovato un antico sarcofago etrusco-romano, con scolpite scene di caccia in cui un leone assale e sbrana un cinghiale. Fu utilizzato questo bel sarcofago bianco per dare sepoltura alla giovinetta.
Ma come morì Galiana la bella?
Un barone romano si invaghì della fanciulla e per averla prese d’assedio Viterbo, ma le mura e i cittadini la difesero strenuamente. Essendo la città inespugnabile, il barone trattò con i Viterbesi: avrebbe lasciato l’assedio se fosse stato esaudito un suo desiderio: vedere Galiana un’ultima volta affacciata dalla torre di Porta FAUL. La fanciulla si mostrò per salvare la sua città, ma una voce tuonò come un ordine “o mia o di nessuno “e a tal segnale un arciere scagliò un dardo e la uccise. Fu uno storico femminicidio!!!
Oggi la torre del Branca si chiama anche torre della Bella Galiana. La sua casa è stata individuata in un magnifico antico profferlo in via saffi. Molti viterbesi la ricordano avendo come nome Galiano o Galiana.
Viterbo misteriosa e affascinante ogni angolo ha una storia da raccontare!!!
