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Trasporto straordinario per il Giubileo

Leggo di pareri entusiasti, di proposte firmate da consiglieri, di simulazione grafica da parte di Ascenzi.
Mi dispiace... ma io vado controcorrente.

Premetto che non ho nulla contro Ascenzi anzi, da Viterbese lo ringrazio per la macchina che ci ha dato, tantomeno contro il sodalizio che ci regala ogni anno delle stupende giornate, a partire dalle cene per beneficenza per finire con il sempre emozionante trasporto.

Però mi domando se sia il caso, in un momento in cui non ci sono i soldi per nessuna delle tante emergenze in città, in cui ai genitori si richiedono ulteriori sforzi per far mangiare i figli a scuola, dopo che non gli si passa più neanche la carta igienica, quando arrivano i primi sfratti dalle strutture convenzionate Ars per i pazienti che ne usufruiscono, quando alle famiglie degli stessi è stato praticamente risposto "vendetevi casa", quando il ritornello ormai è "non c'è una lira, attaccatevi al tram", mi domando, ripeto, se sia il caso di spendere soldi per mandare la macchina a Roma.

Ricordiamo che il Papa affronta viaggi ben più lunghi di una trasferta di poco più di un'ora.
Poco più di un'ora, quanto impiego io per andare a Roma, quanto impiegherebbe lui per venire a Viterbo a godersi uno spettacolo molto diverso da quello che potremmo offrirgli su una grande via come è quella della Conciliazione.

Ripeterò fino allo sfinimento, mio e vostro, che il trasporto ha la sua logica evoluzione nello scenario Viterbese e perderebbe molto del suo fascino in un altro contesto.
La cecità dei nostri amministratori, dei benpensanti cittadini, di personaggi che vivono della notorietà data dal trasporto, male si sposa con un evento che appartiene solo a noi.

Immaginate lo scenario di un Palio di Siena contestualizzato in piazza San Pietro.
Immaginatelo senza la folcloristica partecipazione dei Senesi che meglio di chiunque altro "vivono" quella manifestazione, una gara che per chi non è del posto ha un sapore a volte incomprensibile in alcune sue sfaccettature.

Stesso discorso, a parer mio, per la macchina e il suo trasporto.
Potrebbe anche non essere capita.
La macchina e il trasporto, senza le vie strette, senza le teste che spariscono simultaneamente quando richiesto dalla vicinanza dei muri, senza spallette aggiuntive che come in un perfetto meccanismo vengono tolte e rimesse secondo la larghezza della strada, senza il rischio di strusciare contro le pareti delle case, senza il suo sfiorare i balconi, senza il suo svettare tra i tetti delle antiche abitazioni, perderebbero tutta la loro bellezza.
Un trasporto senza il calore di chi oltre che l'evento, ama la sua Santa.

Abbiamo visto l'effetto che ha fatto a Milano, contrariamente a quanto dicono interessati personaggi, messa lì, fuori del suo contesto, solitaria testimonianza di una cieca vanagloria.
Allora smettiamola di cercare di apparire quando non potremmo permettercelo, di indossare l'abito della festa su scarpe completamente sfondate, di spostare soldi da cose più utili, se non necessarie, per farsi belli agli occhi degli altri, di pensare in grande senza riuscire a guardarsi intorno.

Da Viterbese amo Santa Rosa e la sua festa, mi viene un nodo in gola quando provo a raccontarla a chi non è del posto, mi emoziono ancora ad ogni "sollevate e fermi", al grido finale dei facchini sul sagrato della chiesa.

Ma non c'è solo la macchina a Viterbo, oggi abbiamo ben più gravi emergenze.
E abbiamo amministratori, presenti e passati, che pensano che l'unica cosa buona di Viterbo è la macchina.
E da simbolo di una sacralità tutta nostra, cercano di trasformarla in oggetto propagandistico.
Sono certo che anche Rosina comincerebbe a distribuire calci.

Simoni, Moricoli, forse non vi siete accorti dei problemi della città nei banchi della quale sedete.
Se cercate visibilità, fatelo in modo più utile alla comunità.
Ascenzi, non volermene, ti sono grato per la stupenda macchina, per la tua creatura, ma non lasciare che diventi un giocattolo da spostare a piacimento per la gioia di menti ottenebrate che non riescono a guardare più in là del loro naso.
La macchina è nostra, il trasporto è nostro, la festa è nostra.
Altri non la capirebbero.

E poi non ci sono soldi. Soprattutto non ci sono soldi.
Cazzo, non ci sono i soldi, ce lo ripetono in ogni occasione.
I facchini organizzano cene per fare beneficenza, il sodalizio tutto fa beneficenza, come coniugare la loro ammirevole generosità con lo sperpero di denaro per apparire a Roma, come raccontare alle famiglie dei malati che per loro non ci sono soldi ma per mandare la macchina in giro per il mondo invece si?

Ovviamente è solo il mio pensiero, per il quale chiedo scusa a chi non è d'accordo, a chi potrebbe sentirsi offeso.
Ma lasciateci almeno la libertà di pensare.

Giancarlo Paglia

Redazione: come redazione possiamo impegnarci a trovare dei fondi privati perchè comunque un trasporto del genere a ridosso delle festività Pasquali o Natalizie nel cuore della Cristianità sarebbe una bella cosa per S.Rosa e per la nostra città, sia come fede e sia come vetrina turistica.

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