C'è sempre un cittadino buono e uno cattivo, come c'è sempre un politico bravo e uno asino, un amministratore onesto e uno disonesto, uno in buonafede e uno in malafede.
Ma spesso l'appartenenza a una delle due categorie dipende da chi guarda o ascolta, da chi giudica.
È un po' la storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Il risultato è lo stesso ma cambia il punto di vista, dipende dalla sete che ancora hai.
A volte il modo di vedere le cose può essere anche indice di ottimismo o di pessimismo.
A volte può dipendere anche da opportunismo o convenienza personale.
A volte anche l'esercizio del "leccaculismo" condiziona il modo di vedere le cose, di analizzarle.
E questo discorso potremmo allargarlo anche ad altre categorie, magari al giornalismo o ai presunti giornalisti.
Premesso che oggi basta avere una penna nel taschino per sentirsi giornalisti, anche fra loro ci sono i buoni e i cattivi.
Dipende sempre da quello che scrivono, dipende da chi legge, dipende soprattutto da chi sono i lettori a cui si rivolgono, dal direttore che devono accontentare, dallo sponsor che devono soddisfare.
E magari anche dal politicante di turno che vogliono appoggiare.
Se poi per credo o convenienza non posso certo giudicarlo io.
Oggi qualcuno dipennamunito ha deciso che tra i politici che ci governano (male) e i cittadini che li contrastano (civilmente), i cattivi sono proprio i civici.
È tra loro che risiede il male.
E ne prende le distanze, per fortuna.
Subito appoggiato da tre o quattro personaggiucci che dei suoi favori usufruiscono. O magari viceversa.
Bene, è nell'ordine delle cose.
Per quanto mi riguarda preferisco stare dalla parte dei cattivi civici piuttosto che da quelli dei buoni leccaculo.
Con buona pace del giornalista, di chi lo condivide e soprattutto mia.
Amen.
G.Paglia