Non è opera di Steven Spielberg: il biglietto lo paghi, ma non per vedere un film, qui è tutto reale, bensì per uscire dal parcheggio del Sacrario. Impresa che ieri è costata agli utenti viterbesi un grande sforzo per trattenere la repellenza. Migliaia e migliaia di formiche alate infestavano più parti della cabina degli addetti alla gestione dell’area di sosta. Non solo, gli insetti, chissà per quale istinto perverso, a sciami incredibilmente numerosi hanno ricoperto anche le macchinette automatiche utilizzate per il pagamento del ticket, “affollandosi” nelle aperture dove s’inserisce il biglietto e si preleva il resto. Per tornarsene a casa i cittadini sono stati costretti a trattenere il fiato, chiudere gli occhi, e affrontare il disgustoso, obbligato, contatto “del terzo tipo”, non proprio gradito. E’ vero che è tempo di vendemmia ma, onestamente, un fenomeno di tali proporzioni in piena città appare un po’ anomalo. Inevitabile, tra un’esclamazione e l’altra di disgusto, chiedersi da quanto tempo è che non venga effettuata un’approfondita, quanto necessaria, operazione di disinfestazione. Così com’è stato naturale per gli utenti, palesemente in preda al ribrezzo per simile spettacolo, notare l’aspetto non proprio pulito della struttura presa d’assalto dallo sciame.
Tiziana Mancinelli