"Pochi giorni fa una donna è stata oggetto di attenzioni un po’ troppo pressanti, con appostamenti e pedinamenti. Per fortuna, l’intervento della polizia ha immediatamente messo fine al comportamento vessatorio dell’uomo.
Ci fa enormemente piacere mettere in risalto il lavoro encomiabile svolto dalle forze dell’ordine. Nella nostra città sono tante le cose che non funzionano, ma per una volta che qualcosa è stata fatta nel migliore dei modi, ci sembra doveroso evidenziarlo e condividerlo con tutti. Soprattutto perché in questa storia è coinvolta un po’ anche Viterbo Civica, ma andiamo con ordine.
I fatti sono cominciati all’incirca una settimana fa, quando una donna è stata fermata da uno sconosciuto che le chiedeva un’informazione. Evidentemente l’uomo l’aveva pedinata perché questo primo approccio era avvenuto davanti al portone dell’abitazione della signora. In quella circostanza l’uomo non aveva potuto proseguire l’approccio perché disturbato dall’arrivo di un’altra persona. Giovedì scorso la donna uscendo dal portone di casa ha notato un uomo in attesa, non immaginando che fosse la stessa persona che le aveva chiesto un’informazione giorni prima, si è tranquillamente incamminata mentre l’uomo discretamente seguiva i suoi passi, fino a tentare un secondo approccio all’interno del supermercato.
La signora rispondeva educatamente alle domande dell’uomo, mentre lui incoraggiato dalla gentilezza proseguiva una conversazione generica, raccontando di essere da poco tempo a Viterbo e di essere alla ricerca di una casa e di un lavoro. Poi si è accompagnato alla donna in strada, nonostante lei desse evidenti segni di insofferenza e gli facesse capire di non essere interessata a quella conversazione. A quel punto l’uomo ha ripetutamente proposto alla donna di incontrarsi. Arrivati davanti al portone di casa, l’uomo ha chiesto di salire, la donna ha risposto bruscamente, chiudendo violentemente il portone di casa, convinta che l’episodio fosse bello che concluso.
Purtroppo l’uomo non ha compreso che il suo corteggiamento non fosse gradito e da quel preciso momento ha deciso di sostare davanti al portone della donna, nell’attesa di rincontrarla. La signora notando che l’uomo era stato tutto il pomeriggio e parte della serata rintanato davanti al suo portone chiedeva consiglio su come comportarsi all’associazione Viterbo Civica che le indicava la corretta procedura da seguire in questi casi: denunciare.
La donna inizialmente non voleva seguire questa strada, come spesso accade ha minimizzato l’accaduto, anzi si dispiaceva che una denuncia potesse arrecare problemi all’uomo, che in fondo “non aveva fatto nulla di male”. Per fortuna la testardaggine e le argomentazioni dei volontari d Viterbo Civica l’hanno convinta a denunciare quel comportamento insistente.
Accade spesso che le donne non denuncino proprio per il timore di arrecare fastidi, hanno l’imprudente tendenza a sottovalutare il pericolo, sono convinte che poi la situazione migliorerà, preferiscono ignorare comportamenti anomali, invece, che affrontarli con decisione come dovrebbe essere. Così succede, come in questo caso, che la gentilezza e la cordialità siano scambiate per un invito a procedere.
Difatti l’uomo si era appostato davanti al portone della donna, impedendole lo svolgimento della vita normale. Già venerdì sera era dovuta intervenire una pattuglia, ma in quell’occasione l’uomo si era dileguato, nonostante ciò aveva ripreso gli appostamenti ritornando a gironzolare nei pressi dell’abitazione lo stesso sabato mattina. Ed è esattamente lì, che è stato fermato nel primo pomeriggio e portato in questura. La signora nel ringraziarci per averle dato il consiglio giusto da seguire, ci ha inviato una breve nota con preghiera di pubblicazione:
“... e volevo ringraziare immensamente la Polizia di Stato per la competenza dimostrata e la rapidità con cui è intervenuta, ma anche e soprattutto per il sostegno psicologico che mi ha fornito e per i modi con cui hanno cercato di tranquillizzarmi. Mi ha colpito positivamente la disponibilità all’ascolto della dottoressa Morelli, la gentilezza di Romano Lucarelli, la professionalità del capo della squadra mobile Fabio Zampaglione, la presenza rassicurante degli agenti e particolarmente il sostegno costante dell’agente Paola (non conosco il cognome). Non avrei mai creduto possibile di essere presa sul serio per un problema, a mio avviso, di così poco conto, invece ho trovato delle persone che non solo mi hanno incoraggiato, sostenuto e tranquillizzata, ma che in pochissimo tempo hanno individuato e bloccato l’uomo”.
Questa testimonianza abbiamo voluto raccontarla per tutte quelle donne che non denunciano, per paura, per vergogna o perché credono che un piccolo segnale di molestia non sia rilevante. Non abbiate timore ad affidarvi alle forze dell’ordine, oppure a raccontare la vostra disavventura alle tante associazioni di volontariato che operano sul territorio. Ognuna di loro saprà indirizzarvi nel modo più adeguato per proteggervi.