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Nemo propheta in patria

Ieri 17 marzo. Alfonso Antoniozzi, baritono e regista, riceve 11 minuti di applausi per la regia del "Roberto Devereux" al Carlo Felice di Genova. Antonio Poli, autentico tenore, riceve consensi unanimi in un magnifico Fenton, nel Falstaff di Verdi al Teatro San Carlo di Napoli.

Volevo complimentarmi, nel mio piccolo, con due viterbesi, due persone magnifiche, due di cui bisognerebbe andar fieri a prescindere, anche senza conoscerli, a cui non si può far altro che riconoscere, pubblicamente, passione, abnegazione e talento.

Aggiungo una considerazione personale, una di quelle da uomo del terzo piano, senza alcuna pretesa e senza alcuna finalità sovversiva nell'ordine precostituito delle cose: di questi due personaggi e di questi due eventi non esiste notizia alcuna. Almeno localmente.

Perchè nella globalizzazione dell'informazione, quella mercificata e marchettara, quella che si autocompiace (come faccio spesso anch'io, d'altronde) è preferibile dare ampio spazio alla serata di Fabrizio Corona, (cui vengono dedicati articoli per i meriti avuti sull'eccitazione che provoca nelle "divaginamunite" locali, con tutto il rispetto dovuto al genere femminile) o alla presenza di altri due viterbesi nel reality su Rocco Siffredi, (per carità bravissimi anche loro).

Però è strano. Mia percezione, per carità. Però è singolare. Come fu singolare un premio Strega passato completamente inosservato, in una Caffeina di anni fa, e l'anno successivo, stranamente, contrastato da una copertura mediatica senza pari.

D'altronde la cultura non è per tutti, si sa poi, a Viterbo, molto dipende da chi la presenta, da chi la fa. Qui si gioca con le ruote panoramiche, con le lucine, con le mostre a rimetterci soldi. Ma si sa, son burloni, son ragazzi. E tutto per scherzare E quando si scherza, come ora, bisogna esser seri, sempre citando qualcuno.

Qui da noi la salvaguardia del termine cultura la facciamo con un festival della porchetta. Dai, con un panino si aggiusta tutto. Si preferiscono uomini che tutto sono fuorché esempio, ad individui dotati. Si preferisce legalizzare e alimentare una sorta di lobotomizzazione mediatica, piuttosto che enfatizzare ricerca, studio e merito.

Perché per me, da vero "zuccarone" il merito va riconosciuto, pubblicizzato, condiviso e a #Viterbo, in mezzo ad un oceano di buffoni (nel quale mi tuffo anche io) ne avremmo veramente bisogno. Esempi da emulare. Ma come potremmo noi emulare qualcuno con l'intellighenzia che tutto fa fuorchè dare l'esempio e osannare il merito?

Mi piacerebbe chiudere con una citazione, visto che va tanto di moda quando si vuole essere marcatamente assertivi: "Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti... noi altri tutti, valorosi, valenti, nobili e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero." - Lucio Sergio Catilina -

Caro Lucio Sergio, questa non è una congiura, come la tua contro il Senato di Roma, questo è un dato di fatto con la "Roma" che abbiamo.

 

Bruno Pagnanelli 

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Commenti

19/03/2016
10:21:47
Cultura o Coltura? (inviato da Barbara )
Non ci sono parole.. La triste realtà.. Ed ora i soliti noti stanno cacciando anche Ludika. Questa è oggi la nostra città. Una città governata da pochi prepotenti che stanno fecendo tutto mio. Personalmente il 7 alle 15.30 vengo in consiglio comunale a guardare in faccia i responsabili del nostro degrado e della nostra sconfitta Culturale. Abbiamo l'oro... Ma purtroppo abbiamo dei cretini a gestirlo. Gente che ha vinto le elezioni riempendosi la bocca con i sogni, mentre la realtà è che i loro amici fanno grandi affari.

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