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Io sto con... ma me ne lavo le mani.

Leggo tutti i giorni dichiarazioni dei nostri politici.
Interviste in cui ribadiscono il loro pensiero su questa amministrazione.
Ma, se da parte di quelli che stanno all’opposizione, sentire attaccare il sindaco e la maggioranza è semplicemente normale, che lo facciano proprio quelli che questa maggioranza rappresentano, diventa quasi curioso.

Come, personalmente, trovo curioso che in fase di approvazione del bilancio, ci siano stati consiglieri di maggioranza, anche perché quelli dell’opposizione a parte De Dominicis non c’erano, criticare aspramente numeri, tempi e modi, ma poi approvare supinamente.
Oppure quelli che, in segno di velata protesta, hanno preferito astenersi dal voto.

Allora, a mio modo di vedere, o ci stai o non ci stai.

Non puoi sostenere il sindaco e poi criticarlo nelle interviste, non puoi dire peste e corna della tua maggioranza e poi continuare a starci dentro, non puoi prendere le distanze dall’amministrazione dalla quale poi ti guardi bene dall’uscire.
Chi osserva pensa solo a un vergognoso tentativo di pararsi il sedere in vista di prossimi probabili cambi di casacca.
Cambi mirati esclusivamente a conservare un posto in quelle sale.

Se stai con il sindaco…ci stai, punto.
Ti tieni i commenti, i malumori, le critiche.
Ti cuci la bocca, almeno per coerenza.
Se non stai con il sindaco…invece di rompere i marroni con i tuoi mugugni e le tue interviste, semplicemente te ne vai, lasci la maggioranza, saluti la poltrona.

Che immagine pensi di dare della tua serietà politica?
E parlando a tutti, cosa volete fare da grandi?
Se volete fare come le tre scimmiette, fatelo fino in fondo, imitatele tutte e tre.
Quella che si copre gli occhi per non vedere, quella che si copre le orecchie per non sentire, ma anche quella che si copre la bocca per non parlare.
Ce ne sarebbe anche una quarta: quella che si tura il naso….

E invece di bocche spalancate ce ne sono fin troppe.
Quello che ho sempre rimproverato al sindaco è proprio questo: non riuscire a tenere a bada i propri collaboratori.
Bocche in libertà, voci sgranate dal contesto, voglia di dire la propria non rendendosi conto di creare danno all’immagine dell’amministrazione, non rendendosi conto di far parte attiva di quello che poi si critica.
Non c’è mai stata coesione in quelle stanze, una sorta di separati in casa.
E questo porta ad agire ognuno per proprio conto, a prendere decisioni e comunicarle a cose fatte, come abbiamo visto anche di recente.

Mi insegnarono, commercialmente e molti anni indietro, che i panni sporchi si lavano in famiglia.
Mai dare all’esterno consapevolezza dei propri dissapori interni, mai litigare davanti alle maestranze, mai dare l’idea di fallimento dirigenziale.
Allora, un consiglio già elargitovi, scusate la mia presunzione, ma che non avete preso in considerazione: chiudetevi in una stanza, ditevene di tutti i colori, spiegatevi, minacciatevi, insultatevi, accordatevi, trovate alla fine i giusti compromessi ed uscite da quella stanza con un pensiero comune.

Non continuate a mostrare ai vostri amministrati che siete in disaccordo tra di voi, non date motivo all’opposizione di darvi, oggi giustamente, degli incapaci, non permettetegli di dire che si vergognano di far parte di questa giunta, non dategli appigli per cercare di mandarvi a casa.
Crescete, maturate, tirate fuori le palle.

E chi sta con…la smetta di sputare nel piatto dove mangia, la smetta di fare dichiarazioni contro i colleghi di banco, la smetta di prendere le distanze e poi votare a comando, la smetta di criticare il sindaco invece di difenderlo, la smetta di fare il Ponzio Pilato della situazione.
Perché nessuno ne uscirà pulito, potete lavarvi le mani, ma la coscienza sicuramente no.

E poi un giorno, alle urne, qualcuno magari se ne ricorderà.

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