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I nuovi Faraoni

I nuovi faraoni: buone idee, manie di grandezza o solo chiacchiere?

A volte commenti criticando, più o meno aspramente, le esternazioni di alcuni dei nostri politici.
Soprattutto quando esprimono idee che tu consideri assurde e loro invece le vedono come panacea di tutti i mali.

Così ti suggeriscono, magari con un tono di sufficienza, che si deve pensare in grande, che la città non è solo le buche e l'immondizia, che se vuoi portare turismo a Viterbo devi essere pronto a fare investimenti importanti.

Scopri così che novantamila euro per portare la macchina all'Expo, che cinquantamila per riportarla indietro, che quarantamila per una mostra sugli Etruschi, che sessantamila per una mostra di quadri, che quindicimila per uno studio progettuale per rendere accessibile una torre cittadina, sono soldi ben spesi, anzi, sono il minimo sindacale per pensare di rendere appetibile turisticamente questa città.

Questa città che, vorrei ricordarlo, ha avuto anche la pretesa di candidarsi a Capitale della Cultura senza neanche avere un luogo dove fare appunto cultura.
Una città dove non ci sono i soldi per restituire ai cittadini il teatro comunale, dove i cinema sono inesorabilmente chiusi, dove si allestisce una mostra nel palazzo dei Priori costringendo i visitatori di quelle sale aperte al pubblico, a pagare un biglietto per potervi accedere. Anche a chi della mostra non frega assolutamente nulla. E non è per il, quantomeno, risibile prezzo del biglietto.

Ti dicono che invece di criticare devi esprimere delle idee, che almeno loro quelle le hanno.
La verità è che tutti abbiamo delle idee su come risolvere i problemi della città, su come impostare una azione di richiamo forte per i turisti, su come impedire che il commercio in centro si estingua. E tante altre idee.
Piccole e grandi. Però tutte accomunate da un principio di base: la fattibilità.

Da uomo terra terra, porto un esempio banale.
Ho una vecchia auto, voglio cambiarla, oggi mi sono svegliato con l'idea di comprarne una nuova.
E visto che si deve puntare in alto, ho deciso di prendere un grosso suv tedesco. Credo sia una ottima idea.
Però, senza fare un costoso studio progettuale, mi sono subito reso conto che non è realizzabile, non ho i soldi.
Semplice, palese, onesto.

E cosi, con il poco danaro a disposizione, anziché puntare all'impossibile, ho deciso di partire dal basso: compro un nuovo treno di gomme, se mi avanzano soldi penso agli ammortizzatori e magari domani faccio dare una ritoccatina alla carrozzeria.
L'auto nuova aspetterà tempi migliori.

Soldi, danaro, conquibus, danè, vile moneta.
Cazzo, non serve uno studio per capire che mancano i fondi.
Inutile che ci dicono di avere in cassa oltre un milione, quando poi hanno ricapitalizzato debiti con un mutuo trentennale.
Già, trentennale. I nostri figli, ma anche i nostri nipoti, pagheranno nel futuro i debiti di oggi.

E nonostante questo, anziché pensare in piccolo, anziché pensare alle cose più necessarie, pensiamo in grande.
La coperta è corta, più volgarmente direi che: "se vuoi pulirti il culo con un coriandolo, inevitabilmente ti sporchi le mani di merda".

Bella l'idea della torre, ma ci sono i trecento, forse più, mila euro per realizzarla?
Quattrocentomila euro per una rotatoria?
Non si potrebbe aspettare e intanto riparare le strade che porterebbero a quell'opera, per le nostre tasche, faraonica?
Soldi per riqualificare in peggio Valle Faul, per degli ascensori, specie quello per il duomo, inutili e forse commercialmente nocivi, una pensilina pensata per altri scopi ora trasformata in un costoso parallelepipedo di metallo e vetro.
Per fare cosa? L'ufficio del turismo? Una mostra di artigianato locale? Servizi igienici?

E ancora da non dimenticare il famoso boulevard.
Tutto bello sicuramente, ma se mancano i soldi il buon padre di famiglia pensa prima alle necessità più impellenti.
Inutile ricordare dove sono stati tagliati i fondi, inutile ricordare, tanto per citare solo un problema, le RSA.

Grandi geni nelle alte sfere, menti sicuramente eccelse.
O almeno credono, vista la superiorità con cui ti rispondono, la sufficienza che mettono nel rapportarsi con l'elettorato, direi addirittura il fastidio con cui trattano gli argomenti che magari qualcuno li obbliga a trattare.

No, signori miei, le vostre non sono buone idee, sono solo espressioni di una megalomania che vorreste vi consegnasse alla storia, spesso sono solo marchette per accontentare il politicante di turno o l'imprenditore che vi finanzia la campagna elettorale, a volte c'è anche una punta di parentopoli.

No, signori miei, le vostre non sono buone idee.
Facile fare i froci con il culo degli altri, tanto in futuro la vostra poltrona la ritroverete sempre, da una parte o dall'altra, per una prostituzione con Tizio o per quella con Caio.

Non siete buoni amministratori, smettete per un momento i vostri panni arroganti e ve ne renderete conto.
Forse non siamo noi ad essere polemici, forse siete voi ad essere incapaci.

G.Paglia

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