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Come al solito "conciso e per nulla logorroico"

La terra di mezzo di Tolkien, un mondo fantastico, un mondo immaginario.
O forse Sorona, per i diversamente giovani come me, magari Troili, che ricordano un album delle Orme dove veniva descritto un pianeta immobile sospeso nella sua solitudine,
"perso nel tempo in una terra grigia dove non c'è che spazio per nere paludi".

Più semplicemente Viterbo.
Non una terra fantastica, non un pianeta immaginario, solo una triste realtà.
La realtà di una città e di un territorio abbandonati a se stessi, vittime di un immobilismo politico che cura tutti altri interessi che non quelli della comunità.

E così, sospesi nel vuoto cosmico, anzi in quello politico, andiamo alla deriva in un universo del quale non facciamo più parte da tempo.
Fuori dalle grandi rotte del turismo, fuori dalle rotte del flusso finanziario dello stato, fuori da ogni logica culturale e ormai anche da quella morale.

Terra di conquista di una politica che vede nel nostro territorio solo un serbatoio di voti utili ai soliti, che sfrutta il nostro territorio per giochi politici atti solo al l'affermazione di una classe politica ormai avulsa dalla realtà di tutti i giorni.

Immobili, siamo completamente immobili.
In comune non si lavora più, le commissioni non lavorano più, le decisioni non vengono più prese, le urgenze non affrontate.
La criticità del l'igiene pubblico, rappresentata da maleodoranti depositi improvvisati di immondizia, non viene neanche percepita, l'urgenza di sistemare strade che ci separano sempre più dal resto del mondo viene liquidata con battute da cabaret da un sindaco sempre più distante dai suoi amministrati, l'isolamento della popolazione da parte delle istituzioni è sempre più evidente.

E in tutto questo continua ininterrotto il balletto degli scontri tra politici, tra partiti, tra nuovi partitelli che fanno a gara a formarsi, sciogliersi, ricomporsi, rispartirsi favori e poltrone.

Non esiste più una maggioranza, forse neanche una minoranza.
Una parte dei consiglieri, quelli che poco tempo fa rinnovarono la fiducia al sindaco, hanno detto basta, finiamola quì questa disastrosa esperienza amministrativa, diamoci un taglio.
Però non hanno avuto il coraggio di portare fino in fondo il loro atto di coraggio, praticamente si sono messi a guardare gli eventi aspettando che altri decidano se chiudere o meno la parentesi amministrativa di questa ex maggioranza.
Però così facendo l'attività politica è bloccata.

Dalla parte opposta la minoranza non sembra così incisiva come dovrebbe, forse non è ancora pronta, forse con alleanze e accordi ancora allo stato embrionale, forse consapevole di non avere le forze per contrastare un avversario forte della sua radificazione sul territorio, forte del consenso di un elettorato riconoscente per i favori ottenuti, forte degli appoggi di caste e imprenditorie beneficiarie di quei favori appena citati.
O più semplicemente perché non c'è nessun interesse che le cose cambino.

Del resto oggi hanno tutti, ex maggioranza e minoranza, un nemico comune, che forse spaventa, rappresentato da un movimento che vuole stravolgere il vecchio modo di fare politica, che forse è l'unico pronto a mettersi in gioco.
Magari una politica più pulita, fatta dal basso, fatta da cittadini senza interessi di poltrone su cui poggiare permanentemente il cappello, fatta da persone che hanno come unico scopo il bene comune.
È comunque tutto da dimostrare, chi vivrà vedrà, ci tengo a dirlo perché non sembri che voglia tirargli il carro.

Per il resto, calma piatta, qualche dichiarazione sporadica dall'opposizione, qualche dichiarazione d'intenti da una ormai spenta ex maggioranza, qualche sproloquio di consiglieri in cerca di visibilità e di accasamenti, qualche sproloquio di consiglieri già accasati in nuovi partiti o movimenti o liste civiche o solite brodaglie.

E in questa terra di mezzo, in questa desolazione cosmica, vaga una cittadinanza allo sbando, priva ormai di ogni riferimento, priva ormai di aspettative, rassegnata all'inevitabile fine.
Colpevolmente rassegnata, anch'essa immobile nella propria apatia e nel proprio menefreghismo, poco attenta osservatrice degli interessi comuni, attenta osservatrice degli interessi propri.
E nell'universo, tutti a guardar le stelle.

G.Paglia

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Commenti

13/01/2016
09:57:56
Ovvio (inviato da Stella)
Come al solito? ahahhahahahhahaha :-)

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