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Bagnaccio: un coro di no per la sua chiusura

C’è ancora speranza per questa nostra Viterbo. E’ quella che ci viene data dalle persone che si uniscono e gridano NO in coro. E sono queste le cose che lasciano intatta la nostra vena di ottimismo. Bagnaccio, 14 luglio ore 17.20 circa. Sta entrando nel sito il professor Pagano. Sulle sue spalle c’è il peso di un’ordinanza emessa contro la logica. A ben vedere non ci sono irregolarità. Ma come al solito manca anche e soprattutto il buonsenso. E’ scaduta la concessione per la fruizione delle acque da parte dell’associazione Bagnaccio. E nessuna proroga è stata concessa nonostante le richieste effettuate già da mesi. Ricordiamo come questa Associazione (e il maiuscolo è d’obbligo in questi casi) abbia il grande merito di aver tirato a lucido un sito secolare, se non millenario, come quello del Bagnaccio che versava in condizioni pietose fino a pochissimi anni fa. Gli avventori, i turisti ed un folto gruppo di viterbesi questo lo sa: oggi erano tutti lì. Compresi i consiglieri Grancini, arrivato per primo, Buzzi, Marini e Santucci. Tutti con la ferma volontà di non permettere l’ennesima dimostrazione di assoluta mancanza di senno. E’ stato appagante vedere negli occhi di tutti la cooperazione, la disponibilità e l’orgoglio. Si sono caricati le panchine e le hanno messe a barriera davanti al cancello della pompa che, mesta, attendeva di essere sigillata. Si sono seduti tutti sulle panchine e hanno fatto scudo alla ragione. Il professor Pagano, mero esecutore, non ha potuto far altro che constatare quanto stesse accadendo, cercando di mediare ciò che non poteva essere mediato. A gran voce è stato chiesto un confronto col Sindaco Michelini il quale, raggiunto telefonicamente e conscio che un intervento delle forze dell’ordine non sarebbe stato opportuno, ha disposto per il pomeriggio di oggi 15 luglio, un tavolo di trattativa con i dirigenti e le parti in causa. Non sappiamo come finirà. La sensazione è che quest’ordinanza verrà comunque fatta rispettare, ma si è finalmente accesa una speranza. Ed è tangibile: non abbiamo più voglia di lasciare il passo al nonsenso.
Alessia De Rubeis

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