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È la politica, bello!

Può piacerti o non piacerti, può darti gusto o lasciarti con l'amaro in bocca, ma la politica è questo.

Eleggi ad amministrare la tua città un sindaco che promette, che ha idee e soluzioni che altri non avevano, che farà questo e farà quello, che lavorerà per il bene della comunità e....già dopo due giorni cominci a domandarti: ma a chi cazzo abbiamo messo in mano la città?

Perché in solo pochi giorni vengono smontati i palchi dai quali hai ascoltato parole altisonanti, spariscono le cabine elettorali, spariscono i manifesti con i faccioni sorridenti e, insieme a loro, spariscono anche i buoni propositi.
Sparisce quella buona politica tanto sbandierata.

E ti ritrovi a vedere al comando della tua città volti che non conosci, gente che non hai votato, gente che in campagna elettorale era avversaria del sindaco che hai eletto.
E ti dici che forse va bene così, che in fondo hai dato piena fiducia al sindaco e che le sue scelte saranno sicuramente ponderate.

E accetti di vedere tra i banchi della maggioranza anche le stesse facce che ieri facevano parte di quell'altra maggioranza, quella che con il tuo voto pensavi di aver mandato a casa.
Sembra contorto ma a ben guardare...

Allora cominci a domandarti se veramente cambierà qualcosa, se una maglia nuova potrà portare un gioco migliore in quelli che da anni, sempre gli stessi, siedono ai comandi della città.
O spesso muovono i fili.
Poi i risultati parlano da soli.

Quel politico che tanto ha promesso, quello che aveva risposte per tutti, sorrisi per tutti, soluzioni per tutto, quel politico che ti aveva assicurato che lui non era come gli altri, che avrebbe lavorato per il bene comune, che potevi chiamarlo in qualsiasi momento perché lui era sempre disponibile, "perché il popolo è sovrano, perché la politica è al servizio del cittadino" e bla bla bla e cazzate su cazzate, quel politico cambia totalmente.

Non ti risponde più, non sei più il popolo sovrano ma il servo sciocco, non meriti risposte figuriamoci attenzione.
Ormai lui è al potere, la città è sua, tutto quello che fa parte della città è suo. E può farne quel che vuole, anche distruggere tutto.

Non deve giustificarsi, non ti dà risposte semplicemente perché non è tenuto a dartene e se proprio deve lo fa con fastidio, con sufficienza, con supponenza.
Perché tanto tu che ne sai, che puoi capire, soprattutto "ma chi cazzo sei e che cazzo vuoi".

Loro decidono, loro comandano, loro dispongono.
Loro distruggono.

Anche quello che ti hanno consegnato i secoli di storia, anche quello per il quale i tuoi avi hanno combattuto e sono morti.
Tutto rovinato, tutto piegato al volere della loro immensa superbia, della loro voglia di lasciare una traccia, non importa se positiva o negativa, nella storia della città.

Perché tanto finito il loro mandato, male che vada passano su banchi avversi o magari dietro le quinte a continuare la loro opera di distruzione, malissimo che vada se ne tornano a casa.
Tanto vivono del loro, dopo aver distrutto quello degli altri.

E nessuno gli chiede conto dei danni arrecati, nessuno gli chiede dove siano finiti i soldi della comunità, i beni della comunità.
Loro sono i padroni, loro ne sono stati padroni, ne hanno disposto come meglio credevano, come meglio gli conveniva.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Dopo oltre due anni ti ritrovi a guardare una politica che non ha fatto altro che pensare ai fatti suoi, ai suoi interessi, a quelli del partito, a quelli del politico di lungo corso.

E nel nuovo anno, invece di riempire i giornali con i buoni propositi su come risolvere i problemi della comunità, sprecano tempo ed energie per salvarsi il culo, per dividersi, per ricomporsi, per sciogliersi e ricompattarsi, per denigrarsi, per minacciarsi, per dimostrare coraggio o palesare vigliaccheria, per continuare il loro ignobile spettacolo di fronte a una platea che ben altro si aspettava, una platea per loro fortuna silente e colpevolmente immobile.

È la politica, bello!

E ogni giorno la città perde un pezzo, frana nell'incedere del tempo, si smaterializza nell'incuria, si disintegra nella cecità di amministratori ottusi che vedono solo logiche di partito, che non vedono più in là del loro naso, che hanno il naso come quello di Pinocchio, che in fondo anche loro sono burattini al servizio dei burattinai, sempre quelli, sempre i soliti.

E domani qualcuno comincerà a fare domande e continuerà a non avere risposte, magari perché saranno cambiati gli interlocutori, magari perché quelli di prima hanno cambiato banchi, magari perché hanno cambiato maglia.

Ma saranno lì, loro sì resistenti al tempo, loro sì incartapecoriti nei loro stanchi ruoli, loro sì a presentarsi con idee innovative, loro sì a dimostrarti ancora una volta la tesi del Marchese del Grillo.

È la politica, bello!

Non occupartene, lascia fare a loro che sanno cosa fare, che sanno come gestire, che sanno amministrare.
E ricorda che quel che è tuo è anche loro e quel che è loro...è solo loro.

Ricordatene la mattina quando accarezzi con cura il tuo didietro, ricorda che non è più tuo, è anche e soprattutto loro.

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Commenti

08/01/2016
23:19:19
Burattini e burattinai (inviato da frank)
Complimenti , non avrei mai potuto esprimere il sentimento ,mio e di tutti i viterbesi onesti che amano la nostra citta' in una maniera migliore di questa da lei esposta

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