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Venerdì è importante partecipare al consiglio comunale

Perché è importante esserci venerdì 26 febbraio

Ancora una volta l’imbarazzante assenza della maggioranza fa saltare la prima commissione, calpestando ignobilmente le richieste di 3400 cittadini che aspettano sia discusso il referendum per l’acqua pubblica.

Lunedì mattina si sarebbe dovuto votare per scegliere il nuovo presidente di commissione e per discutere del referendum per l’acqua pubblica, ma tra i banchi della maggioranza c’era un vuoto sconcertante, solo quattro sparute presenze.
Dispiace costatare che il balletto delle poltrone e gli interessi personali rischiano di penalizzare la richiesta diretta di 3400 cittadini, che chiedono a gran voce di rispettare la volontà popolare di quel famoso referendum nazionale del 2011 che aveva stabilito un No deciso contro la privatizzazione dell’acqua.
Tremilaquattrocento firme raccolte dal Comitato “Non ce la beviamo” per indire un referendum locale, proprio per riaffermare a gran voce quel No. Forti del fatto che nel 2011 Viterbo fu la provincia italiana che fece registrare il più alto numero di votanti.
Nonostante questa precisa volontà popolare, nei giorni scorsi i sindaci soci della Talete, tra cui il nostro Michelini, hanno dato mandato alla società di ricercare un imprenditore privato. E tutto lascia intendere che questo socio privato sia già stato individuato nel gruppo Acea.

La crisi comunale non solo sta facendo passare in secondo piano un argomento di fondamentale importanza, ma sta opportunamente ritardando la richiesta di 3400 cittadini che deve essere discussa necessariamente entro il 28 febbraio. Si mormora che si tratti di un ritardo voluto, che la politica comunale abbia già accettato le decisioni del governo Renzi che vuole la privatizzazione dell’acqua. Tra i rappresentanti del comitato cittadino “Non ce la beviamo”, il malumore è palpabile, la consapevolezza che gli interessi economici prevalgono sugli interessi dei cittadini è una sconfitta per la democrazia.

Francesco Lombardi, del Comitato “Non ce la beviamo” usa parole dure e taglienti riguardo al bilancio di Talete, con il Comune di Viterbo che si ritrova debitore di 900mila euro nei confronti della società idrica. “Questo passaggio com’è avvenuto ? - si chiede Lombardi - I bilanci pubblici dovrebbero essere leggibili da tutti i cittadini, oggi sono oscuri anche per i professionisti, qualche risposta dobbiamo averla perché sono soldi pubblici che non sappiamo come sono stati riciclati. Se non saranno chiariti, faremo ricorso anche alla Magistratura”.


Anche Paola Celletti del Comitato “Non ce la beviamo” evidenzia che ci stanno prospettando questa privatizzazione come se fosse una panacea dopo il disastro di Talete, ma nel Frusinate ben 77 comuni stanno cercando di tornare indietro per la gestione fallimentare di Acea, che ha tariffe molto alte e aumenti del tutto ingiustificati in bolletta.
I cittadini viterbesi sono disposti a regalare un bene pubblico alle lobby politico-finanziarie e a pagare bollette più salate?

Appuntamento venerdì 26 febbraio alle ore 16:30, per cercare di fare pressioni sui politici che ci saranno. Sperando che la maggioranza si presenterà, altrimenti salta tutto e la parola passerà direttamente alla Corte dei Conti.

Viterbo Civica

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