E niente. Siamo ancora a "caro amico virgola". Piazza della Rocca. Salgo i gradoni della fontana per vedere in che condizioni versa la vasca, quasi certa che "qualcuno" abbia provveduto a ridarle ossigeno. E invece no. Niente. Melma e alghe, schiuma e cannelle strozzate. La mia fontana è ancora abbandonata. Scendo al Sacrario: viste le segnalazioni fatte durante la festa della Repubblica "avranno pulito almeno quella" mi sono detta. E infatti noto con estremo piacere che oltre a melma schiuma ed alghe, ballonzolano felici e spensierate anche delle bottiglie di plastica. "Al paracadutista d'Italia ". Questo è il tributo a chi ha perso la vita per la Patria. Poi mi giro sconsolata e mi spiego cotanto menefreghismo: macchine e motorini che tagliano sul marciapiede; nugoli di sudamericani in ogni dove. E i viterbesi? Niente. Come vent'anni fa alle otto scatta il coprifuoco. Tutti a casa a mangiare. E le nostre fontane rimangono lì, sole e sporche a guardare le nostre piazze dall'alto senza potersi mostrare nel massimo del proprio splendore. Da piccola mi dicevano che Viterbo è la città delle fontane. Già. Bel modo di dimostrarlo.
Alessia