Cito la definizione di "cultura dalla Treccani in rete: "L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo."
Riassunto: "cognizioni che una persona ha acquisito tramite studio ed esperienza per arrivare alla consapevolezza di se e del mondo". Come a dire, ci rende consapevoli di ciò che ci circonda, anche se spesso sbagliamo e confondiamo la cultura con i libri, con Caravaggio che si chiamava Michelangelo con Baricco che è uno strumento per la grappa, con lo struscio del festival di 20 giorni grazie allo Steve Jobs nostrano e all'alcaloide da tazzina. Diciamo che ne abbiamo da vendere. Assumiamo questo presupposto.
Il 30 aprile si saprà se Viterbo avrà passato la prima selezione per la candidatura a capitale italiana della cultura. Solo il 30 aprile sapremo, se possiamo continuare a sognare questo Expo da "sarchiaponi" fino al prossimo step, il 30 giugno, quando il ministero del turismo ufficializzerà il nome della città capitale nazionale della cultura per il 2016-17. Perché ci si gioca oltre un milione di euro da spendere. E sai quanti si inventeranno imprenditori, scopritori, conoscitori, editori, ristoratori. Evvai..
Immaginate lo scenario: Viterbo sarà meta di turismo e di un potenziale indotto rigenerante per le mortificate attività della zona. La gente dovrebbe, potenzialmente, arrivare festante nella Tuscia a bearsi della nostra cultura, del nostro territorio. E quindi l'idea di questa transumanza impone delle scelte: come ci arriviamo? Bene, analizziamo.
Aeroporto: il nostro è morto definitivamente senza essere mai nato. C'è Roma e significa farsi 1 ora di aereo più 2 ore di treno o un'ora e un quarto di auto. Confort sull'aereo, a parte le low cost, decisamente elevato. Confort successivo su strade e ferrovie, lasciamo perdere ma ne riparliamo.
Linee ferroviarie principali: due dorsali, quella tirrenica e quella mediana, esattamente equidistanti con Tarquinia, e Montalto a 50 km e Orte a 30. Le stazioni cittadine, relegate a mere diligenze con tempi di percorrenza per Roma prossimi alle due ore da passare nel "massimo" confort. Tempi da Orte, 40 minuti più 25 di autostrada e buche. Conviene Orte nonostante le buche..
Strade: Dorsale autostradale a Orte, il nostro centro del mondo per l'ancestrale scelta dei nostri avi di rimanere isolati. Sul tema, senza tirar fuori di nuovo i broccoli di natale e la dietrologia delle comari, si può argomentare a piacere ma questo è e questo rimane. Siamo fuori da tutte le vie di comunicazione. DI contro la strada principale è la sola Cassia a nord e la Cassia "bisse" a sud, insomma un progetto di duemila anni fa che ancora funziona nonostante il tempo e la politica. Poi Tuscanese, Cimina, Vetrallese, Braccianese, Nepesina e tante altre. Stato generale delle Strade: come dopo una guerra, dove le granate sono esplose sulla superficie e l'amministrazione provinciale, che se ne dovrebbe curare, ci spolvera sopra asfalto come fosse parmigiano, trasformando, nei rari casi dove interviene, le buche in dossi. Orte e il collegamento con Civitavecchia ha la stessa storia della Salerno Reggio e quando verrano completate i poliziotti avranno le spade laser.
Insomma uno spettacolo degno del peggiore malcostume delle italiche virtù. Il tutto in uno scenario che, in funzione delle stagioni, muta continuamente tra discariche abusive sulle piazzole, incendi nei pressi e ogni genere di nefandezza nelle cunette destinate, dagli antichi a mitigare il bilancio idrico della rotabile con tanto di sorpresa da parte degli utenti in caso di effetto post temporale. Senza considerare che l'amministrazione provinciale, ancora esistente per gli stipendi, è destinata a migrare in associazioni, comitati, uffici del territorio, enti con supercazzole sulle targhe e così via.
Perché con la Provincia morta e i fondi a zero, di che parliamo? di strade e di vie di comunicazione? e di cultura? Siate buoni, su.. Noi siamo quelli che andiamo a perorare "migrazioni bibliche" e "transumanze epocali" grazie alla Cultura quando non abbiamo le basi della civiltà, non abbiamo più regole perchè ne abbiamo create troppe. Non abbiamo più bisogno di proclami elettorali, abbiamo bisogno di dignità, di regole, di efficenza. , Anche perché, se non ricordo male, di esempi recenti ne abbiamo avuti e la stessa migrazione era stata proclamata e auspicata, in piccolo, anche negli ultimi due periodi natalizi, dove, nella speranza di creare indotto, abbiamo (hanno) speso soldi pubblici per nulla.
E di seguito scuse, giustificazioni, dibattito politico.. succede, ci si prova, anche adesso, per esempio, dove portiamo la migliore rappresentazione della viterbesità (la macchina di Santa Rosa) all'Expo delle mazzette, nella speranza che qualcuno si accorga che esistiamo (intanto si sono dimenticati che esiste un ideatore della macchina, così per dire..).
Riassumendo, dopo aver parlato di comunicazione e viabilità: speriamo che i nostri creativi, i nostri procacciatori di fondi, aventi gli stessi geni dei fenomeni che hanno sperperato soldi pubblici in ascensori, in boulevard e in parcheggi, in questa alterazione della verità, riescano a comprendere che nel fallimento del "sistema" bisognerebbe azzerare il futile cercando di concentrare energie nella concretezza.
E dal terzo piano del distretto 9 (Santa Barbara) è tutto.. a voi la linea con gli auguri di Buona Pasqua. (b.p.)
PS: il logo di Viterbo Capitale della cultura dice: "terra del dialogo, cammino della bellezza". Esplicativo, esemplare. Forse si riferisce ai dialoghi in giunta, dove non riescono a discutere un punto dell'ordine del giorno da settembre o dove per cercare un sostituto ad un presidente del consiglio che non poteva parlare ci hanno messo due mesi? (e per la cronaca non ha più parlato ..). Per ciò che riguarda il cammino della bellezza, sarebbe il caso di stilare una mappa dei percorsi degni di questo nome. altrimenti parliamo di carrarecce fra pisciatoi e di sanpietrini emigranti, sostituiti da piccole colate di asfalto.. così, per dire.