di Daniela Proietti
Viterbo, 24 aprile 2022
Lunedì si festeggia la Liberazione.
Il 25 aprile di settantotto anni fa l’ Italia veniva liberata dal nazifascismo e cadeva, in maniera definitiva, il regime fascista.
Assurto a festa nazionale, simbolo della Resistenza Italiana, osannato da tanti e, soprattutto, da quanti credono negli stessi valori a cui si ispirarono i partigiani, costituisce spesso terreno di scontro tra coloro che sostengono ideologie diverse.
Venerdì 22 aprile, durante la 26esima puntata di DETTO DA VOI, è stato affrontato questo argomento dando voce a diverse persone e cercando di analizzare il tema da molteplici punti di vista.
Supportati dai racconti del signor Augusto Bernabucci e dalla scrittrice Roberta Mezzabarba che hanno narrato, rispettivamente, la storia della mancata esecuzione a San Martino al Cimino da parte dei soldati tedeschi di alcuni partigiani della Banda Mariano Buratti e quella di Alfa Giubelli, una bambina che, divenuta ragazza, si vendicò dell’esecuzione della propria madre per mano di un partigiano, gli ospiti in studio hanno dibattuto, in maniera pacifica e esaustiva, regalando al pubblico un momento di approfondimento nell’ottica del dialogo e della concordia.
Giovanni Barletta, presidente dell’ANPI di Soriano nel Cimino sez. Gino Strada, e Argenta Alfei, segretario della medesima sezione, terminato l’intervento del sig. Bernabucci, si sono premurati di invitarlo presso la loro sede per un incontro che possa portare i giovani e i meno giovani alla conoscenza di quanto avvenuto durante gli oscuri anni della guerra.
Una sezione giovane, nata a soltanto a dicembre, ma con lo scopo di cercare di mantenere viva la memoria storica di quella che è stata la Resistenza.
“Conoscere il contesto e poi farsi la propria idea, sulla base di dati storici”.
Questo quanto puntualizzato da Giovanni Barletta a cui replica il conduttore Matteucci che chiede:
“Far conoscere è sicuramente un bene ma, in tal modo, non potrebbero essere alimentati scontri ideologici?”
“No, l’importante è ricostruire il fatto storico, togliendo tutte le sovrastrutture ideologiche e,da lì, partire con un’analisi e poi una critica”.
A Barletta risponde direttamente il giornalista e scrittore Silvano Olmi, autore di testi storici inerenti anche al periodo in questione che si dichiara in accordo con il presidente dell’ANPI.
“Innanzitutto bisogna togliere questa sovrastruttura, e cominciare a mettere in cantina certe preclusioni. Sto facendo proprio in questi mesi una ricerca sugli anni che vanno dal 1918 al 1922, e so che nel quinquennio ci furono molti episodi violenti da parte di fascisti organizzati e arditi del popolo. Oggi, quando si parla di Fascismo e di guerra sono presenti, appunto, queste sovrastrutture che non permettono di interloquire tranquillamente”.
La Resistenza era fatta di varie anime e, tra queste, come rileva Matteucci “ci fu chi combatté per la Patria e non per l’avvento di una nuova e diversa sottomissione, i cosiddetti partigiani bianchi.”
Le riflessioni di Roberta Mezzabarba, stimolano riflessioni riguardanti le vittime delle guerre. “Non esistono vittime di serie A e vittime di serie B. Come sottolinea la scrittrice, in ambiente letterario, qualora si narri di vittime del nazifascismo, ci sono più orecchie disposte ad ascoltare di quante ce ne siano per coloro che soffrirono per mano partigiana.”
A tale riflessione si è aggiunta, con pacatezza, Argenta Alfei che, seppur riconoscendo la verità in quanto precedentemente dichiarato, rileva che senza la Resistenza, oggi, non si sarebbe stati nella possibilità di esprimere i propri pensieri liberamente e di confrontarsi.
“Il 25 aprile deve essere la giornata contro le guerre e la violenza” questo quanto dettato da una circolare ANPI uscita nella stessa giornata in cui tale dibattito è avvenuto. Pensiero condiviso da tutti i presenti.
Olmi mette in luce i “terribili attacchi” che sono stati fatti al presidente nazionale dell’ANPI, andando a ricercare addirittura i tweet del 2014/15, laddove, peraltro, prevedeva ciò che oggi sta avvenendo.
“Ci auguriamo che, almeno quest’anno, il 25 aprile sia una giornata dove il confronto possa produrre la riappacificazione tra le parti.” conclude il conduttore Ugolini.
E, a giudicare dalla nostra trasmissione, le basi le stiamo già gettando.